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06/01/2010 - Festa dell'Epifania
In vari paesi molto sentita la festa dell'Epifania "Li tre Re".
Distribuzione da parte della "Befana" di doni ai bambini più piccoli.


dal 16/01/2010 al 17/01/2010 - Festa di S. Antonio Abate
Festa di S. Antonio Abate (Santu Antoni de su fogu, perché avrebbe rapito il fuoco dell'inferno per portarlo in dono agli uomini)
Ossi - Florinas - Torralba: feste patronali con l'accensione di grandissimi falò che ardono tutta la notte.


dal 27/01/2010 al 28/01/2010 - San Sebastiano
La festa si svolge la settimana dopo la festa di San Antonio. Le date possono variare da paese a paese

dal 01/01/2010 al 02/12/2010 - Architetture Rurali- Stazzi Galluresi
Gallura: Sub regione posta nel lato nord orientale della Sardegna,diventata famosa in tutto il mondo per la Costa Smeralda e per la bellezza delle sue coste, ha conservato,nonostante il notevole sviluppo turistico, un patrimonio ambientale e storico pressoché intatto. Abitata sin dalla preistoria , nel neolitico diventa il passaggio obbligato per il trasporto verso “il continente”dell’ossidiana proveniente dal Monte Arci.Numerosi sono i ritrovamenti di questo prezioso materiale,considerato l’oro nero dell’antichità, nelle coste della Gallura .Non mancano testimonianze della presenza umana in periodo nuragico come attestano i numerosi nuraghi e i monumenti di questo periodo sparsi in tutto il territorio. Mentre per il periodo punico e romano,abbiamo importanti testimonianze nella odierna città di Olbia,oggi diventata assieme a Tempio Pausania il capoluogo amministrativo della neonata provincia Gallura. Nel medioevo la Gallura diventa uno dei quattro giudicati autonomi nei quali si era divisa la Sardegna . In periodo tardo medioevale si ebbe un notevole spopolamento delle coste dovuto alle incursioni piratesche arabe. Lo spopolamento delle costa fa si che in Gallura si sviluppi una grande attività di contrabbando con la Corsica. I contatti con le popolazioni corse danno origine ad un nuovo fenomeno insediativo nelle campagne, cresce e si sviluppa in questo periodo quella che ancora oggi viene definita civiltà dello Stazzo ,che assume caratteristiche uniche in tutta la Sardegna e che ancora oggi contraddistingue questa meravigliosa terra con caratteristiche di notevole specificità rispetto al resto della Sardegna
Lo Stazzo è una piccola azienda agricola autosufficiente all’interno della quale è presente tutta una serie di pertinenze necessarie alla conduzione del fondo,compresa la casa nella quale risiede il proprietario con la sua famiglia. La casa, di forma rettangolare con linee architettoniche semplici ed essenziali , la muratura in pietra, il tetto che poggia su una trave di ginepro (trai tolta) è formato da un misto di legno e canne coperto con tegole curve d’argilla che spesso venivano realizzate nel posto, è composta da uno o più ambienti che generalmente si sviluppano in orizzontale ,più raramente la casa cresce per linee verticali .La vicinanza di più stazzi formava una cussorgia ,era questa una piccola comunità unita da vincoli di parentela o d’amicizia molto stretta,all’ interno della quale si sviluppavano solidi rapporti di collaborazione .


dal 01/01/2010 al 31/12/2010 - Il Ballo Sardo
Una delle forme espressive della cultura popolare Sarda è il ballo, documentato sin dalla preistoria, rappresentava è rappresenta ancora oggi uno dei più importanti momenti di socializzazione. In genere quando si parla di ballo si usa l’espressione generica “Ballo Sardo” , ma vista la varietà e la ricchezza di tale patrimonio ,sarebbe più corretto parlare di balli sardi , ogni paese infatti possiede le proprie tipologie di ballo, nettamente distinte, anche rispetto a quelle dei paesi vicini ,sia nelle musiche che lo accompagnano che nei passi . Tali differenze che possono sembrare minime ,ma per chi lo pratica assumono un importanza fondamentale perché sottolineano i tratti identitari di ciascuna comunità.

dal 01/01/2010 al 31/12/2010 - Strumenti musicali della tradizione popolare
Nella tradizione musicale di molte comunità della Sardegna ancora oggi sono in uso strumenti musicali dalle origini antichissime, che conservano intatti suoni e ritmi che sembrano risalire a tempi remoti. Non è difficile ancora oggi ,in molti paesi trovarsi in contesti , soprattutto in occasioni di celebrazioni religiose, feste o sagre paesane, in cui si ascoltano sonorità proposte con gli antichi strumenti musicali. Alcuni degli strumenti usati magari per accompagnare i balli tradizionali sono anche legati a particolari riti, è per esempio il caso di S’Affuente”,in uso ad Ottana.Questo particolare strumento “, un piatto di rame lavorato a sbalzo con motivi decorativi e una scritta in caratteri alemanni (si presume di origine celtica), utilizzato anche durante i riti della Settimana Santa ,in occasione della festa di S. Antonio il sacerdote lo consegna ai partecipanti alla festa affinché Il piatto diventi uno strumento musicale che percosso verticalmente con una grossa chiave dà il ritmo al ballo tipico di Ottana, l’antico “Ballu de S’Affuente”.
Certo il simbolo per eccellenza degli strumenti della musica popolare in Sardegna sono senza dubbio Le Launeddas, strumento molto semplice ed antichissimo costituito da tre canne viene suonato con la tecnica della respirazione circolare, ma tantissimi sono gli strumenti e gli oggetti che producono suoni che compongono il vastissimo panorama degli strumenti della musica tradizionale in Sardegna , vanno senza dubbio ricordati anche la serraggia, costituita da un tubo di canna e da una vescica di maiale rigonfia ed essiccata, con una corda tesa che viene sfregata con un archetto di lentischio; su pipiolu, cioè lo zufolo in canna palustre del pastore; le benas, flauto di canna palustre formato da una trumbitta che si incastra in un tubo risuonatore con tre fori, tra le percussioni i tamburi (tumbarinu) di Aidomaggiore e di Gavoi, Altri strumenti musicali sono “s’òrriu”, un cilindro di sughero con la parte superiore ricoperta da un pezzo di pelle di animale dal quale pende una correggia che, intrisa di pece e fatta scorrere all’interno con la mano, produce un suono roco e prolungato che spaventa le bestie e disarciona i cavalieri.
Per un maggiore approfondimento sul argomento si consiglia una visita al museo della Collezione di strumenti musicali Don Giovanni Dore a Tadasuni in provincia di Oristano


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